Un centro di lavoro orizzontale con cambio pallet, un robot antropomorfo a 6 assi,
un magazzino verticale automatico e una stazione di soffiaggio e pulizia dei pezzi, tutto in 50mq. Una scommessa per Ingenia Automation.

Nicola Scarlatelli,
Amministratore Unico
di Samec Automation Systems.

Com’è noto, il tessuto imprenditoriale italiano è composto per il 98% da realtà che hanno meno di 50 addetti. Micro-Piccole-Medie Imprese (MPMI), che spesso riescono a trovare proprio nella loro dimensione i giusti stimoli per dar vita a soluzioni ingegnose e risolutive. Con una storia che inizia nel 1974, Samec Automation Systems, specializzata nella  realizzazione di sistemi automatizzati per la manipolazione della lamiera per lo stampaggio a freddo, esprime le proprie capacità tecniche potendo contare sulle competenze dei suoi 35 collaboratori, età media 34 anni e rappresentanti di otto diverse nazionalità. “Una delle nostre peculiarità”, ci ha detto Nicola Scarlatelli, ai vertici dell’impresa di Cascine Vica Rivoli (provincia di Torino) fin dall’inizio della sua attività,
“è che abbiamo sempre considerato la formazione e la crescita personale un grande valore, e per questo abbiamo voluto sviluppare competenze trasversali che hanno permesso e continuano a permettere all’azienda e ai nostri collaboratori di adeguarsi e riconfigurarsi rapidamente in base alle trasformazioni intercorse, così da riuscire a superare i momenti di difficoltà che, come la storia insegna, ciclicamente si verificano nel
percorso di ciascuna azienda”. È da questa filosofia d’impresa che, proprio negli ultimi mesi del 2021, è nata l’idea di una soluzione molto interessante per migliorare la qualità del prodotto e dei processi relativi alla produzione della propria linea di pinze pneumatiche.

Il core business di Samec è la realizzazione di sistemi per
automatizzare i processi dello stampaggio della lamiera,
come la linea di pinze pneumatiche Pagurus Grip®.

IL PUNTO DI PARTENZA

“Pur essendo una piccola azienda”, continua Scarlatelli, “gestiamo internamente l’intera filiera dei nostri prodotti e siamo soliti rappresentarci come un poligono regolare a cinque lati – il pentagono – all’interno del quale risiedono le fasi dei processi. Dalla progettazione alla costruzione meccanica delle parti, dall’assemblaggio degli interi sistemi alla messa in servizio, fino all’assistenza post-vendita”. Nata come officina meccanica di subfornitura, oggi il core business di Samec è rivolto alla realizzazione di sistemi per l’automazione nei processi dello stampaggio lamiera, principalmente nel settore automotive e nell’industria del bianco. In questo ambito il componente
principe che determina la bontà del sistema è dato dall’organo di presa, una
chiusura pneumatica che racchiude, nelle sue doti, caratteristiche apparentemente incompatibili: dimensioni ridotte e forza, leggerezza e robustezza, unicità e multiformità.

Per far fronte alla produzione della
pinza Pagurus e di tutte le sue
declinazioni, Nicola Scarlatelli ha
avuto un’idea: la realizzazione di
un’isola robotizzata.

“Pur essendo una piccola azienda”, continua Scarlatelli, “gestiamo internamente l’intera filiera dei nostri prodotti e siamo soliti rappresentarci come un poligono regolare a cinque lati – il pentagono – all’interno del quale risiedono le fasi dei processi. Dalla progettazione alla costruzione meccanica delle parti, dall’assemblaggio degli interi sistemi alla messa in servizio, fino all’assistenza post-vendita”. Nata come officina meccanica di subfornitura, oggi il core business di Samec è rivolto alla realizzazione di sistemi per l’automazione nei processi dello stampaggio lamiera, principalmente nel settore automotive e nell’industria del bianco. In questo ambito il componente principe che determina la bontà del sistema è dato dall’organo di presa, una chiusura pneumatica che racchiude, nelle sue doti, caratteristiche apparentemente incompatibili: dimensioni ridotte e forza, leggerezza e robustezza, unicità e multiformità. Peculiarità queste presenti nella pinza Samec “Pagurus Grip®”, che le consentono il trasporto da una fase all’altra del processo di stampaggio in modo sicuro, veloce, stabile e ripetitivo.
Questo componente – ideato e sviluppato in Samec e che prende il nome dal piccolo crostaceo che ben identifica le proprietà descritte – può essere configurato in 857 diverse versioni. Non è difficile immaginare che declinare 857 codici nell’ambito della produzione può generare dei problemi, legati principalmente ai tempi produttivi necessari. È proprio per far fronte alla produzione della pinza Pagurus che Nicola Scarlatelli
ha recentemente avuto un’idea: la realizzazione di un’isola robotizzata “diversa” e, sotto certi aspetti, “unica”.

NUOVO PARADIGMA
Snodo centrale dell’isola robotizzata è la flessibilità. “Nell’ideare questa soluzione”, ci spiega l’Amministratore Unico di Samec, “abbiamo incentrato tutto su un cambio di paradigma: la realizzazione di una automazione flessibile, capace di mantenere produzioni competitive anche per famiglie di prodotti ampie, con volumi medio bassi, in grado di rendere il sistema produttivo capace di rispondere adeguatamente alle varie richieste del mercato. In breve, passare da una economia di scala a una economia di scopo.

Per fare questo abbiamo cercato di coniugare la tecnologia con la fantasia. La tecnologia è stata costituita da un centro di lavoro orizzontale MAKINO A61NX con cambio pallet, un robot antropomorfo FANUC M-20Id/35 con una portata al polso di 35 kg e uno sbraccio di 1.850 mm, un magazzino verticale MODULA Lift ME25 con quindici vassoi portata 250 kg in grado di accogliere le attrezzature delegate e, infine, una stazione automatica per la pulizia delle parti lavorate. La fantasia ha trovato invece il proprio spazio nella definizione delle attrezzature, realizzando due cubi pallet da 500 mm con quattro facce, ognuna delle quali accoglie tre punti di fissaggio attrezzi del tipo ‘Zero Point’, 60 morse per alloggiare le diverse forme che vanno a costituire i terminali di  resa o comunque qualsiasi forma quadrangolare, 60 mandrini autocentranti per ospitare le quattro diverse tipologie dei corpi pinza”. Il cambio di paradigma risiede proprio in una sorta di contaminazione tra tecnologia e fantasia, che si concretizza in una macchina utensile famosa per la produttività in grandi numeri, in grado di lavorare sullo stesso pallet fino a 12 diverse parti; un robot, che nell’immaginario comune compie sempre gli stessi movimenti, ma che in realtà esegue informazioni sempre diverse; un magazzino che fornisce la materia prima, in grado di raccogliere le variabili che giungono dalla gestione della produzione; e un software opportunamente configurato, capace di gestire e mettere in comunicazione l’intero sistema rispettando l’ordine di lavoro programmato.

Scarlatelli: “Abbiamo incentrato
tutto su un cambio di paradigma:
alla velocità della macchina utensile
dedicata alla produzione della
pinza avrebbe dovuto corrispondere
anche una flessibilità nel cambiare
rapidamente le task da produrre”.

“A tutto questo”, continua Scarlatelli, “consegue la possibilità di produrre oltre 50 part number diversi in 24 ore senza presidio dell’operatore. Una gestione di cambio tipo che ci fa ritornare indietro nel tempo, quando il fresatore artigiano, con la sua professionalità, passava da un tipo
di lavorazione a un altro. Siamo certi che aspetti come la gestione e la verifica da remoto, la produzione non presidiata e la grande flessibilità che caratterizza questa soluzione permetteranno di raggiungere vantaggi in termini di qualità, produttività e soddisfazione sia per i nostri clienti che
per noi tutti”.

UN RUOLO CENTRALE
Il principale punto di forza dell’isola robotizzata messa a punto da Samec è quindi il fatto di poter lavorare fino a 12 diversi particolari con le stesse potenzialità della produzione seriale, il tutto racchiuso in uno spazio occupato di soli 50 m². “Nella nostra isola robotizzata”, aggiunge
Nicola Scarlatelli, “gli operatori avranno un ruolo centrale. Il loro compito, infatti, non sarà limitato al solo carico e scarico dei prodotti grezzi e finiti, ma saranno supervisori del processo, controllori del prodotto, suggeritori dei miglioramenti e ulteriori cambi di paradigma da condividere con il fine – il più nobile, a parer mio – che la nostra fabbrica possa essere per tutti un’isola felice”.

Il principale punto di forza dell’isola robotizzata
è il fatto di poter lavorare 12 tipologie diverse di
parti come se fossero tutte uguali, con un
ingombro in officina di 50 m2 o poco più.